La storia dell’antica Paestum si intreccia con quella dei suoi abitanti in modo indissolubile.

La bufala è presente nel nostro territorio da molti secoli come testimoniano le antiche bufalare settecentesche che costituiscono, insieme ai resti archeologici maggiori, un grande patrimonio antropologico e culturale.

 

” … Io mi limito a scrivere la storia della mia famiglia, guidato dai ricordi personali e da quelli dei familiari più anziani.

Dai racconti del nonno Giuseppe ho appreso che anticamente non esisteva un caseificio e i caseari Di Lascio venivano chiamati di volta in volta dai pastori a lavorare il latte appena munto nei loro stazzi.
Mio nonno, Giuseppe Di Lascio, originario di Acerno (SA), si stabili nella pianura di Paestum subito dopo la prima guerra mondiale.
Quando giunse a Paestum, dimorò nella tenuta Palmieri a Filette, poi nella casa della guardiana dei templi sulla cinta muraria, indi in vico Tavernelle presso la dimora dei baroni Bellelli ed infine nella masseria all’interno dell’ antica cinta muraria, ad un tiro di scoppio dal tempio di Cerere.

Qui sono nato io,  Angelo Di Lascio, nel 1944, durante lo sbarco degli Americani a Paestum, sesto di sette fratelli (cinque maschi e due femmine) tutti Pestani nati dentro e fuori le mura di Paestum.
Giuseppe Di Lascio non più giovanissimo (era nato nel 1874) iniziò a lavorare il latte di pecora producendo formaggio e ricotta solo nel periodo invernale quando i pastori dell’ alto Cilento svernavano nella nostra pianura ” terra baciata dagli Dei “,  come asserivano i Romani.

Un clima stupendo e una distesa di verdi pascoli invitavano i pastori a condurre le greggi nella zona ubertosa di Paestum.
Si stringeva un sodalizio tra pastori e caseari davvero straordinario. Il lavoro si concludeva sempre con grandi mangiate di carne arrostita alla brace, accompagnata da buon vino e formaggio stagionato.

Nella mia famiglia, il latte, ha sempre rappresentato un elemento importantissimo, direi quasi sacro, perché costituiva , insieme alla coltivazione della terra, il sostentamento sicuro che in quei tempi scarseggiava anche nelle famiglie più abbienti.

Mio padre Enrico Di Lascio allestì il primo caseificio rudimentale nella masseria dentro le mura dell’ antica città greca, a conduzione familiare dove ogni membro della famiglia doveva svolgere un compito che andava dalla raccolta del latte, alla spaccatura della legna, alla cagliata, alla salatura del formaggio fino alla vendita del prodotto finito.

Il lavoro caseario si svolgeva dal mese di settembre fino al mese di marzo-aprile, quando i pastori riconducevano le greggi nei luoghi di provenienza in montagna (transumanza). La famiglia Di Lascio durante il periodo primaverile-estivo si dedicava all’agricoltura e al turismo.
Negli anni quaranta a Paestum, le bufale pascolavano allo stato brado e il loro prezioso latte veniva adoperato poco.

Negli anni sessanta, alcune famiglie della zona e noi fra queste, incominciammo a produrre mozzarella di bufala. 
Enrico Di Lascio, fratello dello scrivente, ebbe l’ intuito di iniziare a produrre mozzarelle di bufala mentre l’ altro fratello Aldo, teneva stretto il legame con il passato producendo formaggio e ricotta di pecora.
Attualmente ci dedichiamo totalmente alla produzione e vendita della Mozzarella di Bufala Campana, che esportiamo in tutta Italia e in America.”

 

Oggi la famiglia Di Lascio è presente sul mercato caseario con tre fiorenti aziende di prodotti di Bufala Campana DOC:

  • Fratelli di Lascio (di proprietà dello scrivente con i figli Enrico, Paolo, Davide e la moglie Assunta)
  • La Fattoria del Casaro (di Luigi Di Lascio, figlio di Aldo)
  • La Pastorella del Cilento (di Enrico Di Lascio)